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Linux alimenta Internet, conferma il commissario UE


L'UE celebra l'importanza del software open source in occasione del vertice annuale sulla politica dell'Open Source dell'UE.

In 20 anni di politica digitale dell’UE a Bruxelles, ho visto una crescente consapevolezza e riconoscimento tra i politici in Europa dell’importanza del software open source (OSS). Un recente intervento del commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton al vertice annuale sulla politica open source dell’UE di febbraio fornisce un altro esempio, anche se con un senso di urgenza e di opportunità strategica che in passato è stato in gran parte mancato.

Il Commissario Breton non si è limitato a riconoscere la "lunga lista di storie di successo [dell'OSS]". Ha inoltre sottolineato il ruolo fondamentale dell'OSS nell'accelerare la ripresa europea da 750 miliardi di euro e l'obiettivo di "incorporare ulteriormente l'open source" negli obiettivi politici a lungo termine dell'Europa nel settore pubblico e in altri settori industriali chiave.

Oltre alla celebrazione del commissario secondo cui "Linux sta alimentando Internet", c'è stato un invito all'azione legato alla politica per espandere la proposta di valore dell'OSS a molte altre aree della sovranità digitale. In effetti, a soli due anni e mezzo dal mandato della Commissione europea, si avverte un gradito senso di urgenza. Vedo tre possibili ragioni per questo: 1. fatti e cifre aggiornati, 2. impegni politici convincenti e 3. opportunità di investimento rivoluzionarie per l’Europa.

1. Fatti e cifre aggiornati

Il commissario Breton ha condiviso nuovi fatti e cifre per informare meglio i responsabili politici a Bruxelles e in tutte le capitali europee. Il nuovo studio Open Source dell'UE rivela che "si stima che l'impatto economico dell'OSS sia stato compreso tra 65 e 95 miliardi di euro (dati del 2018)" e che "un aumento del 10% [dei contributi di codice] genererebbe in futuro circa ulteriori 100 miliardi di euro di PIL dell’UE all’anno."

Questo rapporto dell'UE sull'OSS, il primo dal 2006, si basa su numerosi altri recenti rapporti open source in Germania (da Bitkom) e Francia (da CNLL/Syntec), sulla recente analisi IT strategica del governo federale tedesco e sulla Dichiarazione di Berlino di dicembre Entro il 2020 tutti gli Stati membri dell'UE si impegnano a "implementare standard comuni, architetture modulari e, quando opportuno, tecnologie open source nello sviluppo e nell'implementazione di soluzioni digitali transfrontaliere" entro il 2024, la fine dell'attuale mandato della Commissione europea.

2. Impegni politici convincenti

Le questioni di crescita e sovranità poste dal Commissario Breton sembravano imperniarsi sulla necessità di rafforzare l'adozione e la collaborazione dell'open source esistente, in particolare "come incorporare l'open source nella pubblica amministrazione per renderla più efficiente e resiliente" e "come creare un quadro favorevole per il settore privato". settore a investire nell’open source."

Vorrei incoraggiare i lettori a rivedere le varie tavole rotonde del Policy Summit che affrontano molti degli importanti fattori abilitanti (ad esempio, la creazione di uffici di programmi open source [OSPO], standard aperti, condivisione e riutilizzo del settore pubblico, ecc.). Questi problemi verranno affrontati nei prossimi mesi con approfondimenti da parte di OpenForum Europe e di altre associazioni europee (ad esempio, l'Open Source Day di Bitkom il 16 settembre), avvicinando così il processo decisionale politico, il codice open source e la collaborazione.

3. Investimenti rivoluzionari

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato il via libera definitivo al pacchetto di stimoli da 750 miliardi di euro della Next Generation European Union (NGEU). Questo investimento rivoluzionario rappresenta un’opportunità irripetibile per realizzare obiettivi politici di lunga data dell’UE, accelerando al tempo stesso la trasformazione digitale in modo aperto e sostenibile, poiché “ciascun piano deve dedicare almeno il 37% del proprio budget al clima e, in ultima analisi, al clima”. almeno il 20% alle azioni digitali."

Durante il summit, i relatori OFE e Digital Europe provenienti da Germania, Italia, Portogallo, Slovenia, FIWARE e Red Hat hanno condiviso approfondimenti su come il settore pubblico europeo possa abbracciare ulteriormente l'innovazione aperta nel contesto di questi fondi UE rivoluzionari. Il 2021 sta rapidamente diventando un anno critico in cui questo obiettivo potrà essere realizzato nel settore pubblico e nell’industria.

Un invito all'azione

Il riconoscimento di Linux da parte del Commissario Breton è più di un'altra conferma politica del fatto che "l'open source ha vinto". È un invito all’azione a collaborare per accelerare la competitività e la trasformazione europea ed è una chiave per la sovranità (interoperabilità all’interno dei servizi e portabilità dei dati e dei carichi di lavoro) per riflettere i valori chiave europei attraverso l’open source.

Il commissario Breton sta lavorando a stretto contatto con il vicepresidente esecutivo dell’UE per l’era digitale, Margate Vestager, per lanciare una serie di “bastone e carota” a livello normativo per il settore digitale. Infatti, secondo le parole della presidente della Commissione Ursula von der Leyen al recente evento Masters of Digital 2021, "quest'anno stiamo riscrivendo le regole del nostro mercato interno digitale. Voglio che le aziende sappiano che in tutta l'Unione europea ci saranno essere un insieme di regole digitali invece di questo mosaico di norme nazionali."

Tra altri 10 anni, guarderemo tutti indietro all’anno trascorso e ci porremo questa domanda: abbiamo “sprecato una bella crisi” per realizzare il decennio digitale dell’Europa?

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